PORDENONE - Benito Beltrame, 92 anni tra un mese, storico docente da anni in pensione, dall'inizio di giugno è tornato in cattedra per insegnare italiano ad una ventina di giovani africani sbarcati in Sicilia lo scorso 23 aprile e immediatamente dopo trasferiti in Friuli.
«Erano 37 anni che avevo lasciato il servizio - ricorda Beltrame - dopo 32 anni di onorata carriera tra i plessi di Frisanco, Poffabro, Casasola, Colvere e un lungo periodo tra Campagna e Maniago capoluogo, dove ho fatto anche il vice direttore didattico. Nel 1978, la meritata pensione a 55 anni, allora si usava così».
Da quel momento, si è dedicato al suo paese e a tanti hobby. «Non avrei mai pensato che qualcuno potesse avere ancora bisogno del mio aiuto dal punto di vista della didattica - confessa il maestro -, ma qualche settimana fa Caterina Miotto, che abita nelle Colvere, mi ha spiegato la condizione di questi giovani e mi ha chiesto di collaborare ad alfabetizzarli e a impartire loro lezioni di italiano. Pensavo ad un impegno più saltuario, ma poi mi sono lasciato coinvolgere e adesso vado tutte le mattine, salvo quando gli ospiti devono andare in Questura per completare l'iter burocratico per l'ottenimento dello status di rifugiato».
Per il “signor maestro” «L'esperienza è ancora avvincente: questi ragazzi hanno voglia di imparare e approfittando del tanto tempo a disposizione studiano con profitto. Il materiale scolastico è stato messo a disposizione dall'Ambito socio-assistenziale di Maniago. Noi volontari e le istituzioni confidiamo di poter formare dei cittadini italiani del futuro».
Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 13:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA «Erano 37 anni che avevo lasciato il servizio - ricorda Beltrame - dopo 32 anni di onorata carriera tra i plessi di Frisanco, Poffabro, Casasola, Colvere e un lungo periodo tra Campagna e Maniago capoluogo, dove ho fatto anche il vice direttore didattico. Nel 1978, la meritata pensione a 55 anni, allora si usava così».
Da quel momento, si è dedicato al suo paese e a tanti hobby. «Non avrei mai pensato che qualcuno potesse avere ancora bisogno del mio aiuto dal punto di vista della didattica - confessa il maestro -, ma qualche settimana fa Caterina Miotto, che abita nelle Colvere, mi ha spiegato la condizione di questi giovani e mi ha chiesto di collaborare ad alfabetizzarli e a impartire loro lezioni di italiano. Pensavo ad un impegno più saltuario, ma poi mi sono lasciato coinvolgere e adesso vado tutte le mattine, salvo quando gli ospiti devono andare in Questura per completare l'iter burocratico per l'ottenimento dello status di rifugiato».
Per il “signor maestro” «L'esperienza è ancora avvincente: questi ragazzi hanno voglia di imparare e approfittando del tanto tempo a disposizione studiano con profitto. Il materiale scolastico è stato messo a disposizione dall'Ambito socio-assistenziale di Maniago. Noi volontari e le istituzioni confidiamo di poter formare dei cittadini italiani del futuro».