La morte di Astrid chiede rispetto
meglio evitare inutili discussioni

Mercoledì 27 Maggio 2015
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Caro direttore,

il cane che ha azzannato e ucciso la bimba non è “responsabile”, ha solo agito in base al suo istinto. Qualsiasi cane lo fa, se non specialmente addestrato. La colpa è di chi non ha badato alla bimba e al cane, vista l’età della bambina e la stazza dell’animale. Attribuendo la “ragione“ a un animale lo si porterebbe a un livello uguale agli umani, il che non corrisponde alla realtà. L’uccisione del cane non sarebbe giustizia, bensì vendetta. Oppure, prepotenza umana contro la natura, della quale si ignora le regole.


Bogdan Onic



Preganziol



Caro lettore,

forse lei ha ragione ma quel povero cane non viene ucciso per vendetta, ma perchè si teme che possa rifare ciò che ha fatto. La decisione di ucciderlo non è un atto di giustizia o di sopraffazione dell'uomo, ma di auto-difesa. Quanto alle responsabilità, la mamma e lo zio della piccola Astrid sono già stati iscritti nel registro degli indagati. In questi casi non si può fare altrimenti: come si dice è un atto dovuto. Lasciamo dunque che i magistrati facciano il loro lavoro.

Ma di fronte ad alcune tragedie credo che l'opinione pubblica potrebbe evitare di cimentarsi in inconcludenti e sterili caccie al colpevole. Con tutta probabilità la drammatica fine di Astrid è soprattutto frutto del caso o di reazioni e meccanismi imponderabili. Per questa ragione, forse, sarebbe opportuno evitare discussioni inutili e lasciare spazio al dolore e al rispetto verso chi ha perso una figlia e una nipote di 3 anni.
Ultimo aggiornamento: 14:16

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