Comunione ai divorziati, la Chiesa
divisa fra la dottrina e la storia

Domenica 21 Settembre 2014
Caro direttore,

a proposito dell'Eucarestia ai divorziati risposati il cardinale Kasper divaga sulla misericordia quando, invece, esiste il preciso insegnamento di Gesù: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei. Così pure la donna che ripudia suo marito e ne sposa un altro, commette adulterio" (Mc 10, 11 - 12). Dunque chi provoca il divorzio e si risposa non può ricevere l'Eucarestia, perchè vive in permanente adulterio. Questo è l'insegnamento di Gesù Cristo, non un'invenzione della Chiesa cattolica e chi sostiene tale insegnamento è un conservatore nel senso che il cristiano per vocazione conserva gli insegnamenti di Dio.




Avv. Aurelio Verger

Padova





Caro lettore,

non sono certo un esperto, credo però che sul piano strettamente dottrinario quanto lei afferma sia difficilmente contestabile. Ma è anche vero che, come ha detto Papa Francesco, «la Chiesa è in uscita verso “quelli più distanti in ogni senso”» e a questa importante sottolineatura, il Pontefice ha fatto non casualmente seguire una ferma critica verso coloro che dicono «siamo gli eletti, noi solo». In realtà dietro questa pur importante disputa sulla possibilità dei divorziati di accedere alla Eucarestia, emergono due diverse visioni della Chiesa e soprattutto del suo rapporto con una realtà in costante mutazione.



Da un lato c'è una Chiesa che privilegia le sue certezze e che intorno ad esse cerca di erigere un muro quanto più inviolabile e impermeabile al cambiamento. Dall'altro una Chiesa che, senza rinunciare alla propria identità e alla propria dottrina, si interroga su una società e un cattolicesimo in forte mutamento e sulle possibile risposte da dare.



Non è un conflitto nuovo per la Chiesa cattolica che spesso nella sua millenaria storia si è trovata di fronte a fratture e dilemmi di complessa soluzione. Ma quale che sia la convinzione di ciascuno, credo che il punto di partenza non possa essere che quello indicato da Papa Francesco quando ha ammonito tutti a sottrarsi «alla tentazione della sufficienza e del clericalismo, quel codificare la fede in regole e istruzioni, come facevano gli scribi, i farisei e i dottori della legge del tempo di Gesù. Avremo tutto chiaro, tutto ordinato, ma il popolo credente e in ricerca continuerà ad avere fame e sete di Dio».
Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 13:22

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