Celebrazione del 25 aprile, no a strumentalizzazioni politiche

Venerdì 24 Aprile 2015
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Caro direttore, festeggerò il 25 Aprile per ricordare che 70 anni fa il mio Paese si liberava dall’oppressione nazifascista. Ci sarò per festeggiare la data che vide l’Italia ritornare libera e riprendere a sperare e a sognare dopo decenni di dittatura e cinque anni di guerra. Il 25 aprile ci sarò perché voglio essere vicino a quelli che come me credono che il sacrificio di tutti quei giovani che combatterono e morirono per la libertà e la democrazia non sia stato inutile.



Sarò in piazza per rendere omaggio alla mia bandiera e cantare il mio inno nazionale.

Voglio esserci perché credo in un Paese solidale e disposto ad accogliere chi fugge dalla guerra e dalla fame e guarda all’Italia come alla terra promessa.

Voglio essere in piazza per dire no a chi vuol dividere il mio Paese. Il 25 Aprile ci sarò anche per non dimenticare le ombre che coprono una parte del movimento partigiano e della Resistenza. Sarò in Piazza il 25 aprile per gridare al mondo che amo il mio Paese e vorrei vederlo unito dopo settant’anni dalla fine degli orrori della guerra nel condividere se non la memoria storica del passato almeno il sogno del futuro. Ecco perché il 25 Aprile sarò in piazza della Repubblica a Portogruaro.




Maurizio Conti

Portogruaro





Caro lettore, il 25 aprile è una data di straordinaria importanza per l'Italia e gli italiani. Ma forse l'errore che commettiamo è di attribuire a questa data troppi e vasti significati. Non resistiamo alla tentazione di piegarla alle esigenze politiche del momento e dunque di trasformarla in una giornata che marchi le differenze tra noi e gli altri, che alzi barriere invece di abbatterle. Il 25 aprile segna la liberazione del fascismo, la nascita della nostra democrazia e il ritorno alla libertà. Basta questo a renderla una giornata unica ed eccezionale. Giustamente da festeggiare. Ma non è necessario aggiungere altro o caricarla di nuovi significati.

Per onorare il 25 aprile si deve, innanzitutto, partire dalla consapevolezza che in una democrazia possono convivere opzioni politiche e sensibilità culturali molto diverse, ma tutte hanno lo stesso diritto di cittadinanza. È anche per questo che migliaia di uomini hanno perso la vita nella guerra di Liberazione.

So bene che per decenni qualcuno si è invece arrogato il diritto di stabilire qual era “la” democrazia che si doveva celebrava il 25 aprile e chi, più di altri, aveva il diritto di farlo. Ma così facendo si è colpito alla radice il valore stesso del 25 aprile. Che è la giornata di tutti coloro che si riconoscono nei principi democratici. Senza strumentalizzazioni politiche.

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