I sette luoghi al mondo che rischiano
una catastrofe naturale

Giovedì 7 Maggio 2015 di Enrico Chillè
Le sette zone in cui è prevista una catastrofe naturale
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La tragedia del terremoto in Nepal, che ha avuto proporzioni spaventose per la magnitudo e per la distruzione causata intorno a Kathmandu, purtroppo era stata già annunciata, come testimonia questo video pubblicato dalla Croce Rossa pochi mesi fa.

D'altronde, non è un mistero che il Nepal sia uno dei paesi più sismici al mondo, dal momento che si trova proprio a ridosso della catena montuosa dell'Himalaya, dove le placche dell'Asia centrale tendono a convergere ogni anno per una lunghezza pari a circa 4-5 centimetri. I nepalesi sono molto abituati a convivere con il terremoto (le scosse sono all'ordine del giorno, dal 1980 a oggi sono stati ben quattro i terremoti di magnitudo superiore a 6 e solo nel 1934 la potenza del sisma fu maggiore di quello dello scorso 25 aprile), ma lo sviluppo selvaggio delle città ha fatto sì che venissero costruiti molti edifici senza alcun criterio antisismico.

Per questo motivo, solo dieci mesi fa, la Croce Rossa aveva lanciato un appello per la messa in sicurezza delle case in Nepal, ma era già troppo tardi per evitare il disastro.

Quello del Nepal non è un caso isolato: sono altre sei le zone del mondo in cui è possibile che tra non molto avvenga una catastrofe naturale di grandi dimensioni. Tra queste, c'è anche Napoli: il Vesuvio fa paura, soprattutto perché solo alle sue pendici vivono oltre 600 mila persone, senza contare il resto dell'area metropolitana del capoluogo campano. La protezione civile ha comunque un piano per far evacuare mezzo milione di persone nel giro di 72 ore. L'ultima volta in cui il Vesuvio eruttò fu nel 1944: in quell'occasione, fortunatamente, la popolazione riuscì a mettersi in salvo e non ci furono vittime, a differenza del 1906, quando a morire furono circa cento persone.

Spostandoci negli Stati Uniti, non possiamo non parlare della California che da anni è in attesa del The Big One, un terremoto di proporzioni gigantesche, a causa della presenza della Faglia di Sant'Andrea, situata dove convergono la placca pacifica e quella nordamericana. Ovviamente le scosse non possono essere previste nel breve termine, ma geologi e sismologi di tutto il mondo sono concordi nel ritenere che ci sia una percentuale di probabilità superiore al 90% che nei prossimi trenta anni avvenga un terremoto di magnitudo superiore ai 7 gradi della scala Richter.

Sempre negli Stati Uniti, e più precisamente in Oklahoma, c'è una zona che presenta un altro fenomeno naturale altamente distruttivo. È soprattutto in questo stato che si estende la cosiddetta Tornado Alley (strada dei tornado), il corridoio situato tra il Canada e il Texas dove vengono a incontrarsi la Corrente del Golfo del Messico e l'aria fredda proveniente da nord. Gli effetti sono spesso devastanti, e in media avviene un tornado catastrofico ogni 4-5 anni. Nel 2013, ad esempio, Oklahoma City e la zona circostante furono colpite da due diversi tornado che causarono rispettivamente 24 e nove vittime.

Spostandoci più a sud, sull'Atlantico, c'è Haiti, un paese povero e da sempre dilaniato da catastrofi naturali di ogni genere. Il terribile terremoto del 2010 è ancora vivo nella nostra memoria, ma lo stato dei Caraibi viene spesso colpito anche da tempeste tropicali e uragani. A peggiorare la situazione c'è una grave situazione di dissesto idrogeologico: la costruzione di edifici e la deforestazione indiscriminata contribuiscono a rendere ancora più gravi le conseguenze di vari fenomeni naturali potenzialmente distruttivi.

Ci sono poi isole considerate veri e propri paradisi terrestri ma che rischiano di scomparire nel giro di un secolo. Il caso più celebre è quello delle Maldive, che non superano il metro di altitudine ma vedono le acque dell'oceano innalzarsi di quasi un centimetro all'anno. Il governo sta cercando di controllare l'erosione delle spiagge e di riforestare nell'entroterra, ma la costruzione di resort di lusso continua ad avvenire in maniera indiscriminata.

Infine, c'è la situazione poco felice dell'Indonesia. Circa l'8% della popolazione mondiale vive intorno a un vulcano, ma ci sono zone di questo paese che oltre a soffrire altre catastrofi naturali, come terremoti, tsunami e inondazioni, rischiano gravi conseguenze in caso di eruzioni. In una zona in cui si trovano ben trenta vulcani, molti dei quali in attività, come il Sinabung che lo scorso anno fece 15 vittime, vivono infatti circa 140 milioni di persone.

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 17:52

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