Bimbo in fin di vita senza cibo e acqua. La madre troppo impegnata a fare sesso

Mercoledì 29 Ottobre 2014 di Federica Macagnone
La casa in cui viveva il bambino

ADELAIDE - Quando esattamente un anno fa il piccolo di quattro anni, di Adelaide, in Australia venne ritrovato nella sua stanza tra pannolini sporchi, immondizia e giocattoli, la sua vita stava per spegnersi. Sarebbero bastati ancora due giorni e non sarebbe sopravvissuto.

Pelle e ossa, disidrato e con un peso di appena 8 chili il bimbo non si reggeva in piedi. La sua vita è totalmente cambiata dal giorno in cui è arrivata la salvezza ed è stato tolto a una madre che non aveva alcuna intenzione di prendersi cura di lui. Ora ha una nuova famiglia che lo sta aiutando a crescere e a superare il trauma che lo segnerà per tutta la vita. Un percorso in salita, come raccontano i nuovi genitori proprio in queste ore, in concomitanza con la rivelazione di nuovi particolari che hanno portato in carcere la madre di 24 anni e il compagno di 28.

Alla corte la donna ha raccontato di avere occhi solo per il compagno e di essere troppo occupata a fare sesso con lui. «Ho fatto un casino, ho fatto la cosa sbagliata.

So che non avrei dovuto mettere il mio uomo davanti a mio figlio» ha raccontato la donna apparentemente pentita.

Ma un anno fa il piccolo rappresentava solo un peso, un ostacolo alla sua relazione. Il bambino viveva chiuso a chiave nella sua camera, una piccola stanza colma di pannolini sporchi. Veniva nutrito con poco cibo e non aveva a disposizione nemmeno acqua: quando la mamma si ricordava di lui, passava un piatto sotto la porta mentre su Facebook postava le immagini di carne e dolci da riservare al compagno.

Il piccolo ha vissuto in stato fortuito per un periodo che non è stato ancora determinato e, a salvarlo in maniera del tutto involontaria, è stato lo stesso uomo che lo ha quasi condannato a morte: la donna, infatti, ha chiamato la polizia dopo l'ennesima aggressione da parte del compagno. Quando gli agenti sono arrivati a casa, convinti di affrontare un fidanzato violento, si sono ritrovati davanti alla casa degli orrori.

L'appartamento era disordinato, sporco e squallido: ovunque c'era cibo avariato, il bagno era ricoperto di carta igienica usata, l'immondizia era accumulata nelle stanze. Ovunque c'era un odore nauseabondo e, dietro una porta chiusa a chiave, il volto del bimbo ha fatto capolino tra cumuli di avanzi, pannolini e giocattoli.

Il piccolo è stato dato in affidamento a una nuova famiglia e i due sono stati portati in carcere. I pm hanno chiesto delle pene severe dopo che sono stati dichiarati colpevoli di aver messo in pericolo la vita del bambino. Adesso il piccolo sta riprendendo a fatica il suo percorso di vita. I genitori affidatari hanno raccontato che odia le porta chiuse, nasconde il cibo in tasca e non riesce ancora fare i bisogni senza pannolino.

Non riesce a controllare le emozioni, ha limitate competenze linguistiche e istinti autolesionisti: più volte è stato sorpreso a prendersi a pugni in testa o a lanciarsi contro i muri. Il percorso di guarigione è lungo e per rimarginare le ferite ci vorrà tempo. Per dimenticare, probabilmente, non basterà una vita intera.

Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 10:59

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