Scuola, Renzi: «Sciopero incomprensibile»

Domenica 19 Aprile 2015
Scuola, Renzi: «Sciopero incomprensibile»
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«Si fa sciopero per un motivo per me incomprensibile»: così il premier Matteo Renzi ha parlato della riforma della scuola e della mobilitazione annunciata dai sindacati per il 5 maggio, ricordando che saranno assunti 100 mila insegnanti.



Ieri Flc-Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Gilda-Unams e Snals-Confsal hanno annunciato una protesta contro il ddl «buona scuola». Per chiedere modifiche al provvedimento bisogna procedere unitariamente con lo sciopero generale della categoria, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. «Questa - ha detto - è la prima mobilitazione del settore dopo il varo del ddl.
Credo che unitariamente bisogna decidere di proseguire anche con lo sciopero generale».




«Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza, si finisce come l'apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola», ha detto Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola. «Non si cambia il sistema scolastico senza chi ci lavora, o peggio contro chi ci lavora. Insegnanti, personale Ata, dirigenti sono il motore della nostra scuola, sono la sua risorsa più preziosa - ha continuato Scrima - È grazie a loro se la nostra scuola, ogni giorno, funziona e funziona bene pur tra mille difficoltà. Pretendere di cambiare la scuola senza partire dalla loro conoscenza dei problemi, dalla loro esperienza, dalla loro competenza è un grave atto di presunzione ed è anche la ragione per cui stiamo assistendo da mesi a proposte ogni volta diverse, spesso addirittura stravaganti, ma sempre ugualmente lontane da ciò che servirebbe davvero alla scuola per cambiare in meglio».



Il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini difende il ddl. «Manifesto rispetto per chi sciopera. Stiamo cercando di costruire consenso su labuonascuola, riforma culturale rivoluzionaria», ha scritto in un tweet. Per poi argomentare da Lucca che il governo sta «cercando da un anno di costruire un ampio consenso intorno a una riforma in cui crediamo tantissimo». Giannini si è detta certa che quando la riforma «sarà capita fino in fondo da tutti, ci sarà un'accettazione ma soprattutto una partecipazione ancora più ampia».



A difesa della riforma la maggioranza del Pd, mentre Stefano Fassina, della minoranza dem, oggi in piazza pur ammettendo che nel ddl «c'è una parte positiva» cioè l'assunzione di centomila precari, ha chiesto che il ddl sia «profondamente corretto». Il presidente di Sel, Nichi Vendola, invita infine il ministro Giannini «ad avere un po' di pudore» quando afferma che il ddl sulla scuola è una rivoluzione.




In piazza ci saranno anche l'Unione degli Studenti, assieme a Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. «La scelta dello sciopero - dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Uds - è inevitabile e giusta. Il 5 maggio si mobiliterà tutto il Paese e non soltanto il mondo della scuola. Il modello di scuola autoritario, succube dei privati, che legittima le disuguaglianze invece che abbatterle, rispecchia l'idea di Paese propria del Governo. Renzi ci troverà tutti uniti e costruiremo un grande coordinamento sulla scuola che tenga uniti soggetti sindacali, sociali, politici e liberi cittadini, come emerso dall'assemblea nazionale sulla scuola dell'11 aprile».



«Anche gli universitari riempiranno le piazze del 5 maggio - afferma Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento Universitario - la riforma della scuola rispecchia le indiscrezioni che stanno emergendo sulla futura riforma dell'università: l'aumento della quota premiale fino al 30%, che aumenta la competizione tra Atenei, e la probabile implementazione del Prestito d'Onore, significa continuare a favorire le disuguaglianze e non capire nulla delle reali esigenze dell'università italiana».

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