Scazzi, confermato l'ergastolo per Sabrina e Cosima

Lunedì 27 Luglio 2015
Scazzi, confermato l'ergastolo per Sabrina e Cosima
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La Corte di Assise di appello di Taranto ha confermato la condanna all'ergastolo nei confronti di Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri per l'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana (Taranto) strangolata e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010.

La sentenza è stata emessa dopo tre giorni di camera di consiglio.

La Corte di assise di appello di Taranto ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi nei confronti di quattro imputati. I giudici hanno infatti assolto, perchè il fatto non sussiste, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, che il 20 aprile 2013 erano stati condannati ad un anno di reclusione per favoreggiamento personale, confermando invece la condanna ad un anno e quattro mesi per Giuseppe Nigro, imputato per lo stesso reato. La Corte ha inoltre rideterminato, riducendola, la pena per altri due imputati: un anno e quattro mesi a Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri (due anni in primo grado per favoreggiamento personale), cinque anni e 11 mesi a Carmine Misseri, fratello di Michele (sei anni in primo grado per soppressione di cadavere).

«Assassino». Così alcuni cittadini hanno apostrofato Michele Misseri urlando dai balconi di un edificio che si affaccia sull'immobile che ospita la Corte d'assise d'appello di Taranto. Il contadino di Avetrana si è visto confermare la condanna a 8 anni di reclusione per la soppressione di cadavere della nipote al processo di secondo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi. L'agricoltore non ha fatto dichiarazioni e, scortato dalla Polizia, ha lasciato l'aula subito dopo la lettura della sentenza. Michele Misseri, all'uscita dall'aula, aveva lo sguardo basso e ha evitato taccuini e telecamere. Dai balconi del palazzo che affaccia sulla sede giudiziaria, alcuni residenti hanno apostrofato anche le due imputate condannate all'ergastolo, Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano.

Il procuratore generale. «Siamo soddisfatti della sentenza perchè ha retto l'impianto accusatorio. È chiaro che non si esulta quando ci sono gli ergastoli». Lo ha detto il procuratore generale presso la Corte d'Appello di Taranto Ciro Saltalamacchia commentando la sentenza di secondo grado per l'omicidio di Sarah Scazzi. «È stato fatto - ha aggiunto - un buon lavoro pensando esclusivamente a questo processo e al raggiungimento della verità».

Il legale di Sabrina. «Speravamo in esito diverso. La conferma dell'ergastolo era un pericolo, un opzione. Appelleremo la sentenza è in ogni caso sapevano che ci sarebbe stato un terzo grado di giudizio». Lo ha detto ai giornalisti l'avvocato Nicola Marseglia, co-difensore di Sabrina Misseri. «Se fossero state assolte - ha osservato il legale - avrebbe impugnato la sentenza la procura generale. Ora lo faremo noi e cercheremo di far valere le nostre ragioni. Se la difesa poteva fare qualcosa di più? Si può sempre - ha concluso il legale - far qualcosa di più ma noi abbiamo evidenziato le contraddizioni di un processo senza prove».

L'avvocato di Cosima. «Avevamo la sensazione che sarebbe andata a finire così, l'ambiente ha maturato una convinzione basata su indizi fuorvianti. Siamo convinti dell'innocenza delle due imputate condannate all'ergastolo e speriamo davvero di trovare a Roma un giudice terzo». Lo ha dichiarato ai giornalisti l'avvocato Luigi De Iaco, co-difensore di Cosima Serrano. Il legale ha quindi preannunciato ricorso in Cassazione contro la sentenza.

Dalla scomparsa al ritrovamento. Sarah Scazzi scompare nel nulla ad Avetrana (Taranto) tra le 13.45 e le 14.30 del 26 agosto 2010. Sarebbe dovuta andare al mare con la cugina Sabrina, ma le sue tracce si perdono prima di arrivare a casa Misseri dopo essere stata vista da alcuni testimoni percorrere il breve tratto di strada (poche centinaia di metri) che separano la sua abitazione dalla villetta in via Deledda. Quattro giorni dopo la scomparsa si comincia a mobilitare un gruppo su Facebook per cercare di trovarla. Il 31 agosto gli investigatori cominciano ad avvalorare l'ipotesi di un rapimento, tanto che in paese amici e conoscenti affiggono manifesti con la foto della quindicenne. Il 2 settembre il sindaco di Avetrana, Mario De Marco, lancia un appello: «Chi sa qualcosa di Sarah parli». Il 6 settembre torna a farsi avanti l'ipotesi di un allontanamento volontario per alcune frasi di Sarah tratte dal web e dal diario; nello stesso giorno la mamma di Sarah, Concetta Serrano, rivolge un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perchè ritrovino sua figlia. Tre giorni dopo il Capo dello Stato assicura il massimo impegno nelle ricerche; quella sera in paese si tiene una fiaccolata. Per sensibilizzare l'opinione pubblica si mobilita anche il mondo del calcio. Il 12 settembre uno striscione viene mostrato in campo prima della partita Lecce-Fiorentina. Il 29 settembre Michele Misseri, zio di Sarah e padre di Sabrina, riferisce di aver trovato il cellulare della ragazza in un campo; il giorno dopo la cugina Sabrina viene ascoltata a lungo dagli inquirenti. Il primo ottobre il procuratore di Taranto commenta in modo lapidario il ritrovamento del cellulare: «Non credo a coincidenze quando sono troppe». Il 2 ottobre, da un sit-in di compagni di classe di Sarah, spuntano storie di dissidi tra Sarah e la cugina. Gli investigatori cominciano a sospettare concretamente che sia accaduto qualcosa tra Sarah e la famiglia Misseri. Il 6 ottobre, nella caserma del comando provinciale dei carabinieri a Taranto, c'è un interrogatorio fiume per Michele Misseri, la moglie Cosima Serrano, e la figlia maggiore, Valentina. L'uomo alla fine crolla e confessa: nelle campagne di Avetrana si cerca il cadavere di Sarah. I resti della ragazzina vengono individuati, in un pozzo-cisterna in contrada Mosca, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la scomparsa della 15enne. Michele Misseri si accusa del delitto, dicendo di aver strangolato la nipote in garage. Ma il 15 ottobre successivo chiama in correità la figlia minore, Sabrina, che viene arrestata, e il 5 novembre la accusa di aver ucciso Sarah, confermando questo nel successivo incidente probatorio. Alla fine del 2010 Michele Misseri torna in varie forme ad accusarsi del delitto, ma gli investigatori non credono alle sue diverse versioni e nel frattempo raccolgono indizi anche sulla moglie dell'agricoltore e madre di Sabrina, Cosima Serrano, che viene arrestata il 26 maggio 2011, accusata di concorso in omicidio e sequestro di persona.

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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