Regione Piemonte, i vitalizi aboliti
tornano in busta paga

Giovedì 31 Luglio 2014 di Renato Pezzini
Regione Piemonte, i vitalizi aboliti tornano in busta paga
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Usciti dalla porta principale fra il suono delle fanfare, i soldi dei vitalizi destinati ai Consiglieri Regionali del Piemonte stanno rientrando dalla finestra. Infatti, come previsto da chi aveva studiato per tempo i «presunti tagli» che avrebbero dovuto ridurre i benefici economici dei consiglieri piemontesi - e di molti loro colleghi nel resto d’Italia - le buste paga degli eletti nel parlamentino subalpino questo mese sono aumentate di circa 900 euro rispetto a giugno: da 7800 a 8700, centesimo più centesimo meno.



I BENEFICIATI

Naturalmente, anche in questo caso c’è una spiegazione che i beneficiati dell’aumento si sono già premurati di dare. Ed è questa: la Regione Piemonte, con una legge approvata nel 2012 sull’onda della finanziaria del governo Monti che imponeva una riduzione dei costi della politica, ha in pratica abolito i vitalizi per i consiglieri. In sostanza, a partire da questa legislatura quando un eletto smette di essere tale non riceve più la pensione che invece tutti coloro che hanno calcato in passato le scene della politica regionale piemontese hanno ricevuto e continueranno a ricevere.



LE INDENNITA’

Il fatto, però, è che per accantonare i fondi necessari a pagari i vitalizi era prevista una trattenuta sulle indennità dei consiglieri stessi. Abolito il vitalizio, la trattenuta è ovviamente scomparsa e così l’importo netto degli stipendi è aumentato, in barba alle dichiarazioni di chi, in questi ultimi due anni, ha ripetuto che la classe politica regionale ha fatto grandi sacrifici approvando leggi che hanno fortemente ridimensionato (almeno in prospettiva) le entrate di coloro che siedono nell’assemblea di Palazzo Lascaris.



LA LIEVITAZIONE

In realtà, questa lievitazione delle buste paga non deve sorprendere. Un po’ perché già due anni fa, nei giorni in cui venne approvata la nuova legge sulle retribuzioni dei consiglieri piemontesi, il problema fu sollevato da qualcuno nell’indifferenza generale. Un po’ perché c’è un precedente piuttosto significativo: quando, infatti, il Consiglio approvò la norma per ridurre le indennità lorde degli eletti decise di abbassare la quota dello stipendio vero e proprio soggetta a tassazione, ma di alzare quella dei rimborsi spese che veniva elargita esentasse.



IL CASO FIORITO

In sostanza, con quell’escamotage fecero in modo che, malgrado i tagli annunciati, nelle tasche dei consiglieri finissero gli stessi soldi di prima, se non di più.



Fu poi lo scandalo esploso nel Lazio e dilagato in tutta Italia sull’utlizzo spensierato dei fondi per i rimborsi spese (fra cui le ormai celeberrime mutande verdi acquistate dal Governatore Cota e messe sul conto della Regione) a rendere praticamente obbligatorio l’abbassamento della quota destinata a pagare le spese sostenute dai «rappresentati del popolo» per le loro più svariate necessità.



RIDIMENSIONARE

Il fatto che nella busta paga di luglio gli eletti del Piemonte abbiano ricevuto più di 8 mila euro stride con le dichiarazione fatte recentemente da Sergio Chiamparino, governatore della Regione dallo scorso maggio, il quale aveva annunciato l’intenzione di ridimensionare ulteriormente le entrate dei consiglieri equiparandole a quelle di un sindaco di un Comune capoluogo che in genere non arriva ai 5 mila euro mensili.



La buona notizia di giornata, se così si può dire, proviene dalla Lombardia dove invece tutti i gruppi consigliari si sono detti pronti ad approvare una legge che impone una tassazione sui vitalizi destinati a coloro che hanno occupato uno scranno al Pirellone nelle precedenti legislature. Per ora, tuttavia, è solo una buona intenzione.
Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 13:31

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