Marilena, licenziata dalla Nestlè per un post su Facebook: ecco cos'ha scritto

Martedì 18 Novembre 2014
Marilena, licenziata dalla Nestlè per un post su Facebook: ecco cos'ha scritto
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PERUGIA - La Perugina-Nestlè la licenzia per un post su Facebook e il suo diventa un caso nazionale. Cisl e Uil hanno denunciato in Umbria la vicenda di Marilena Petruccioli, a cui oggi è arrivata la notizia del licenziamento.

Secondo quanto riferisce il segretario generale della Fai-Cisl Umbria, Dario Bruschi però, il post «era su un fatto accaduto in un'altra azienda, ma probabilmente una serie di circostanze ha portato a ritenere che facesse invece riferimento alla Perugina-Nestlè».

La dipendente licenziata «per giusta causa» è Marilena Petruccioli, lavoratrice dal 1996, componente della rsu Fai-Cisl aziendale e categoria protetta per una forma di invalidità riportata in seguito ad un infortunio sul lavoro avvenuto nel 1997 proprio alla Perugina.

La vicenda è già finita in parlamento con una interrogazione presentata dall'on. Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale Sel. «La giusta causa, secondo l'azienda - scrive Fratoianni - sarebbe un post su Facebook in cui la lavoratrice, senza nominare l'azienda stessa, si è opposta al comportamento di un caporeparto che avrebbe rimproverato un lavoratore dicendogli che per lui era necessario il collare». «La lettera di contestazione - ha riferito Bruschi - era arrivata quindici giorni fa. La scorsa settimana la lavoratrice aveva risposto mandando le sue controdeduzioni e spiegando che il suo post non era riferito alla Nestlè. Oggi nella cassetta della posta ha trovato la lettera di licenziamento». Quanto accaduto, secondo la Fai Cisl, «mette in discussione la storia delle relazioni sindacali con il gruppo Nestlè. Relazioni che sono state gettate al vento - ha commentato Bruschi - con un atto unilaterale inaccettabile che è giunto come un fulmine a ciel sereno».

LA REPLICA

La Nestlè si difende con un comunicato stampa: «La signora Marilena Petruccioli, rappresentante sindacale, a fronte della violazione delle regole di igiene e sicurezza da parte di un collega, ha attaccato pubblicamente i responsabili del personale aziendale, ridicolizzando sui social media il loro impegno teso a far rispettare le stringenti disposizioni igienico-sanitarie e di sicurezza previste all’interno dell’azienda, a tutela dei lavoratori stessi, dei prodotti e dei consumatori.

Infatti, l’episodio da lei rappresentato con scherno sui Social si riferiva in modo chiaro ed inequivocabile a un richiamo da parte dei responsabili del personale dello stabilimento verso un collega a fronte di una accertata violazione delle norme sull’utilizzo dei regolari abiti da lavoro e dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) previsti per la mansione svolta sulle linee di produzione.

I commenti pubblici della rappresentante sindacale hanno minato l’autorevolezza di chi all’interno dello stabilimento ha la responsabilità di far rispettare le normative vigenti per assicurare al consumatore un prodotto di alta qualità e la sicurezza dei lavoratori.

Da un esponente sindacale che ha la responsabilità di rappresentare centinaia di persone che lavorano nel più grande stabilimento del Gruppo Nestlé in Italia, ci si attendeva il sostegno e non la critica agli sforzi rivolti a salvaguardare - sempre e comunque – la sicurezza sul posto di lavoro, l’igiene e la qualità del prodotto.

Proprio in qualità di rappresentante dei lavoratori, la Signora avrebbe dovuto farsi essa stessa portavoce di comportamenti esemplari all’interno dei sito.

La scelta invece di ridicolizzare pubblicamente, attraverso i social media, dove raccoglie un ampio seguito di colleghi, il comportamento di chi nel suo ruolo ha solamente agito per far rispettare le norme è ancor più grave perché legittima comportamenti errati che non possono essere accolti o giustificati in uno stabilimento Nestlé.

Risulta inoltre fuorviante il tentativo di rappresentare e minimizzare i ripetuti commenti della signora Petruccioli come non riferiti, o riferibili, al contesto dove lei lavora.

L’Azienda quindi conferma l’intenzione di sanzionare il comportamento tenuto da Marilena Petruccioli, ma - in quanto rappresentante sindacale dello stabilimento Perugina – non le sarà applicato nessun provvedimento senza che si sia svolta la procedura di consultazione sindacale prevista dalle normative vigenti.

L’Azienda auspica che i punti evidenziati vengano colti dalle rappresentanze sindacali e che il confronto possa risultare costruttivo e si possano ristabilire al più presto le corrette e consuete relazioni sindacali».

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 14:31

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