Il No greco all'austerity della Ue

Lunedì 6 Luglio 2015
Il No greco all'austerity della Ue
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La Grecia ha detto "No". Il voto contrario al piano dei creditori Ue ha vinto con il 61% contro il 39% del sì. I greci hanno quindi respinto massicciamente la proposta dei creditori internazionali.

Secondo l'indagine demoscopica della Tv Ant1, il voto per il No sarebbe così suddiviso per fasce d'età: 18-34 anni: 67%. 35-55: 49%.

Più di 55: 37%. I seggi sono rimasti aperti dalle 7 alle 19 (le 18 in Italia). L'affluenza è stata di circa il 65% degli aventi diritto al voto. Il quorum era fissato al 40%.

Il giorno dopo la vittoria del No al referendum non molto è cambiato ad Atene: le banche restano aperte solo per i pensionati senza carte che devono ritirare 120 euro, e ai bancomat ci sono ancora le file per ritirare 60 euro.

Nell'attesa che la Bce faccia le sue mosse per la sua liquidità. Nel quartiere di Zografos, in fila si discutono i risultati del referendum, ancora una volta tra favorevoli e contrari. «Non posso credere che i greci abbiano votato il No in questo modo. Adesso prepariamoci a misure di austerità ancora più dure - dice la signora Miranda - La verità è che loro vogliono credere a Tsipras, perchè parla bene. Vogliono credere in ogni caso». «Può darsi che le cose vadano peggio - risponde un'anziana in fila - ma io che cos'altro ho da perdere? Almeno abbiamo detto a quella gente, non potete fare quello che volete. Noi non accettiamo più i vostri ordini. Sono cinque anni che ci minacciano, che ci dicono che sbagliamo tutto. Adesso basta». ​

Le dimissioni di Varoufakis. Intanto il ministro delle Finanze annuncia le sue dimissioni via Twitter. «Minister No More!». Con questo post sYanis Varoufakis si è di fatto dimesso all'indomani della vittoria del «no» per facilitare l'intesa con i creditori ha spiegato. Il nome del nuovo ministro delle Finanze verrà annunciato dopo la riunione di tutti i leader di partito greci con il premier Alexis Tsipras. Lo rendono noto fonti governative ad Atene.

La riunione di governo. Immediata oggi la riunione tra il presidente della Repubblica greco Prokopis Pavlopoulos, il premier Alexis Tsipras e i leader di tutti i partiti (con l'eccezione di Alba Dorata, il movimento di estrema destra), per valutare la situazione dopo la vittoria del No al referendum. Tra le ipotesi che circolano sulla stampa greca, quella di una 'squadra negoziale nazionale' che comprenda anche esponenti dell'opposizione. Esponenti del Pasok (socialisti) hanno detto che il partito è pronto a partecipare.

Il favorito dopo Varoufakis. Si deve decidere anche il successore di Varoufakis. Il candidato favorito dal governo greco per l'incarico di ministro delle Finanze è il capo negoziatore con i creditori Euclid Tsakalotos, precisa una fonte del governo citata dal quotidiano Ekathimerini.

L'Eurogruppo. Le dimissioni di Varoufakis vengono vissute come una buona notizia nei palazzi delle istituzioni europee nella capitale belga, ma certamente non risolve il problema dei contenuto di un possibile accordo fra Grecia e creditori. È un gesto distensivo e, vista l'assenza totale di fiducia reciproca che ha dominato lo scenario fino al referendum, può produrre qualcosa.

Stamattina si comincia con l'Eurogroup Working Group con gli 'sherpa' dei ministri delle finanze per una prima discussione a livello tecnico sulle vie di uscita, mentre a Francoforte la Bce deciderà il 'che farè sulla liquidità alle banche elleniche. Stasera Merkel incontrerà Hollande all'Eliseo: per quanto la riproposizione dei minivertici franco-tedeschi irriti (anche l'Italia), in questa situazione molto pensano che convenga che qualcuno nel campo dei creditori faccia la prima mossa senza coinvolgere in prima battuta le istituzioni. Domani mattina Eurogruppo con i ministri finanziari e dal tardo pomeriggio dalle 18 l'Eurosummit, con i capi di stato e di governo. La linea ufficiosa è: tocca ai greci fare la prima mossa, in realtà se i governi non si presenteranno con una linea comune rischiano di ritrovarsi con il fiammifero acceso in mano.

Anche Antonis Samaras, leader del partito conservatore di opposizione, ha rassegnato le dimissioni. Lo ha annunciato lo stesso Samaras alla televisione ellenica spiegando che il suo partito Nea Dimokratia (Nd) «ha bisogno di un nuovo inizio» e che, per questo, rinunciava alla leadership. Samaras è stato presidente del Consiglio tra il 2012 e inizio 2015 ed è stato sostituito, alla guida del Paese, dall'attuale premier, Alexis Tsipras.

Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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