Patty Pravo: io, attrice mancata
La mia pazza idea di fare un film

Giovedì 21 Agosto 2014 di Marco Molendini
Patty Pravo: io, attrice mancata La mia pazza idea di fare un film
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Chiss, forse se non avesse venduto tutti quei dischi (i numeri dicono 110 milioni di copie, roba da far impallidire Michael Jackson che, a schiarire la sua pelle, ci teneva moltissimo), Patty Pravo sarebbe potuta diventare una stella del cinema. «Vittorio De Sica me lo diceva, sosteneva che avevo un talento comico». E De Sica le chiese anche di recitare per lui nel Giardino dei Finzi Contini, nel ruolo che poi fu di Dominique Sanda. «Feci il provino. Sarebbero stati anche disposti a spostare le date di lavorazione, ma in quel periodo non potevo interrompere la mia carriera musicale, giravo in continuazione per tutto il mondo. E dissi no».

Era appena uscito Il paradiso. Poi andò a Sanremo, a Canzonissima e via dicendo. Ma si è persa un Oscar.

«Peccato. Ma me ne sono persa anche un altro di grande film, Professione reporter. Il personaggio di Maria Schneider avrei dovuto farlo io e mi ci ritrovavo perfettamente. Anche in quel caso rinunciai».

Adesso l'attrice, però, l'ha fatta veramente e per un film che porta il titolo di uno dei suoi più grandi successi, Pazza idea, firmato dal regista greco Panos H. Koutras. Esce nei cinema fra pochi giorni, il 28.

«Siamo stati anche a Cannes nella sezione Certain regard. Per convincermi a partecipare, Panos si è piazzato a Roma per un mese, assicurando che, se non gli avessi detto di si, non avrebbe girato il film. Il mio è solo un cameo, ma tutta la storia gira attorno alla canzone. E' un racconto profondo e delicato che racconta di due ragazzi che dall'Albania vanno verso la Grecia alla ricerca del padre e della loro identità. E, a un certo punto, uno dei due si propone in un talent televisivo».

Scartabellando negli archivi, risulta che lei sia stata a un passo dal debutto anche come attrice televisiva. Si trattava di in uno sceneggiato che ebbe grande successo, A come Andromeda.

«Ma quella era una fesseria. Avevo visto la versione inglese con Julie Christie. Mi piacque. E accettai. Dopo una settimana, ho mandato tutti a quel paese: cari signori io vi saluto. Mi avevano preso perché avevo una bella faccia, ma dovevo stare sempre con la stessa espressione. Bye, bye».

Comunque, anche se non ha fatto l'attrice le è andata bene lo stesso. 110 milioni di dischi venduti. Più di lei, in Italia, ha venduto solo Mina.

«Si, mi è andata bene, sono una montagna quei dischi. Solo La bambola ne ha venduti 29 milioni...».

Una montagna di soldi anche...

«Ho reso felice molta gente. Una parte li ho investiti nel lavoro. Certo, poi ci sono state persone che mi hanno pure derubato».

Raccontava Lilli Greco, il direttore musicale della Rca, che lei La bambola non voleva inciderla.

«Non mi piaceva, è vero. Ma ho detto proviamola. Sapevo che sarebbe diventata un successo pazzesco».

All'epoca, lei era una ragazzina appena ventenne, chi era che sceglieva il repertorio o l'aiutava a sceglierlo?

«C'era Gianni Boncompagni, soprattutto. Ma si fidava del mio gusto. E poi, nella mia carriera, ho sempre fatto le cose che mi andava di fare».

C'era l'imbarazzo della scelta, a quei tempi. Oggi non è così facile trovare canzoni che siano di qualità.

«No, non lo è affatto, mancano i poeti. Ma, per il mio nuovo disco, sono stata davvero fortunata. Ho trovato un sacco di collaborazioni importanti. A cominciare da Giuliano Sangiorgi che è stato il primo a mandarmi un pezzo, lo ha fatto il giorno del mio compleanno».

C'è di nuovo Vasco? Con Gaetano Curreri sembrano fatti apposta per scrivere canzoni adatte alla sua voce.

«Ehhhh... Non posso parlare. Il disco è pieno di autori superfighi. Mi ha sorpreso quanta gente sono riuscita a ispirare».

Quando uscirà il disco?

«Probabilmente a Natale...».

Magari ci scappa anche un Sanremo.

«No. Non ci vado nemmeno con Carlo Conti che mi sta a simpatico. Appena finito il tour, mi metto in studio a lavorare per finirlo».

Intanto, quest'estate, ha fatto un bel giro di concerti, toccando luoghi storici che andavano di moda anche negli anni 60 e 70. Dalla Capannina al Covo di Santa Margherita.

«Erano tutti pienissimi e c'erano un sacco di giovani, molti più di allora».

Sta dicendo che non c'è la crisi?

«Evidentemente i soldi ci sono. La verità è che noi non sappiamo mai come stanno davvero le cose».

Quante date deve ancora fare?

«Quattro. Questo è un tour che ho voluto fare perché mi serviva soprattutto come allenamento. In studio voglio avere una voce live. Mi piace fare i dischi così, come se fossero dal vivo. Buona la prima, al massimo la seconda».

Lavoro, lavoro, lavoro. E la vita privata? Lei ha avuto un passato movimentato con quattro mariti.

«A risposarmi non ci penso proprio, sarebbe roba da pazzi. E' una cosa che si può fare solo per gioco. In realtà, anche quelli passati sono stati tutti matrimoni per gioco. E sono rimasta amica con tutti e ci sentiamo regolarmente. Tranne che con Franco Baldieri che purtroppo è morto in Brasile».



Domani sera Patty Pravo è l'ospite del Gay Village in una serata dedicata a lei e a Pazza idea, con spezzoni del film e un'intervista di Vladimir Luxuria: «Pazza idea è una delle canzoni più amate dagli omosessuali, assieme aPensiero stupendo e alle canzoni del repertorio francese», dice. A metà settembre, invece, sarà a New York: «Mi hanno chiamata per un concorso di voci nuove, il Festival show del Christie theatre. Dovrò scegliere il miglior talento. Ma canterò anche tre canzoni mie». Indovina quali? «Pensiero stupendo, E dimmi che non vuoi morire e Pazza idea». Bye bye Nicoletta.
Ultimo aggiornamento: 15:21

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