Omicidio Ceschin, fioccano nuove prove con l’ex marito e i sicari. Le difese rinunciano al Riesame

Mercoledì 15 Maggio 2024 di Maria Elena Pattaro
L'appartamento di via 28 Aprile a Conegliano, teatro del delitto

CONEGLIANO (TREVISO) – Il biglietto che uno dei presunti sicari, tramite un compagno di cella, ha tentato di far recapitare a Enzo Lorenzon. E soprattutto messaggi e chiamate tra la cognata e il fratello di uno dei dominicani indagati, in cui si parla dell’organizzazione dell’omicidio. Sono queste le nuove prove che secondo la Procura inchioderebbero per l’omicidio di Margherita Ceschin, il suo ex Lorenzon, imprenditore di Ponte di Piave e i caraibici Sergio Antonio Luciano Lorenzo (uno dei due esecutori materiali del delitto), e Juan Maria Beltre Guzman (l’intermediario). La 72enne era stata soffocata il 23 giugno scorso nel suo appartamento di via XXVIII Aprile, a Conegliano. Secondo gli inquirenti Lorenzon aveva ingaggiato un gruppo di dominicani per liberarsi dell’ex moglie, stanco di versarle l’assegno di mantenimento da 10mila euro al mese, promettendo ai killer un milione di euro e case a Santo Domingo.

MARCIA INDIETRO

Probabilmente sono stati proprio i nuovi elementi a determinare la rinuncia delle difese al Riesame, che era previsto ieri mattina a Venezia.

Sicché restano attive le misure cautelari disposte nei confronti di Lorenzon, che si trova agli arresti domiciliari in una casa di riposo dell’opitergino, e dei due dominicani, in carcere a Treviso. I giudici lagunari avrebbero dovuto precisare meglio in che modo sia possibile stabilire i ruoli nel delitto sulla base delle intercettazioni. Così aveva stabilito la Corte di Cassazione, di fronte alla quale i difensori avevano impugnato l’ordinanza del gip nella speranza di ottenere la scarcerazione dei loro assistiti.

Gli Ermellini avevano infatti accolto il ricorso annullando l'ordinanza del gip rinviando tutto al Riesame per una nuova valutazione. Ma ieri le difese, affidate agli avvocati Fabio Crea (per Lorenzon e Guzman) e Mauro Serpico (per Luciano Lorenzo) hanno fatto marcia indietro. Secondo il procuratore Marco Martani, a pesare nel dietrofront «sono stati gli elementi nel frattempo raccolti dagli inquirenti. Le indagini, coordinate dal pm Michele Permunian, sono proseguite e il fascicolo si è arricchito di prove che noi riteniamo essere esplicite. A partire dal biglietto che Lorenzo aveva tentato di inviare in carcere a Lorenzon chiedendogli un aiuto economico per le spese legali da affrontare». Il compagno di cella del presunto sicario, anziché recapitare il pizzino all’ex imprenditore, all’epoca dietro le sbarre a Santa Bona, lo aveva consegnato alle guardie carcerarie.

«Ci sono poi le intercettazioni telefoniche» prosegue Martani, riferendosi ad alcuni scambi di messaggi tra l’indagata Kendy Maria Rodriguez, fidanzata di Joel Lorenzo, e il cognato Emerson Luciano Lorenzo (totalmente estraneo alle indagini). C’è un passaggio di particolare interesse investigativo: «Pregando Dio che non trovino nulla... sappiamo che hanno fatto una cosa brutta» dice Emerson alla “cognata”. «La rinuncia al Riesame - conclude il procuratore - è la conferma del buon lavoro fatto dagli inquirenti».

LE DIFESE

Diversa la motivazione fornita dai difensori: «Tenuto conto della chiusura delle indagini preliminari e dell’ormai prossimo inizio del processo, abbiamo ritenuto che l’impianto accusatorio debba essere valutato da parte dei giudici del processo di merito, senza ”condizionamenti” da parte dei giudici del Riesame» spiegano i legali Crea e Serpico, pronti a dare battaglia in aula. Ai tre principali indagati, se ne aggiungono altrettanti: Josè Luis Mateo Garcia, il secondo esecutore arrestato in Spagna ed estradato, il “palo” Joel Luciano Lorenzo (il fratello di Sergio Antonio, tuttora irreperibile,) e la fidanzata di Joel, Kendy Maria Rodriguez.

Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 13:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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