Casa danneggiata da Vaia: «Aspettiamo ancora i soldi»

Mercoledì 4 Marzo 2020 di Lauredana Marsiglia
Casa danneggiata da Vaia: «Aspettiamo ancora i soldi»
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LONGARONE - Le immani difficoltà vissute da Maria Rosa Teza, 53enne di La Muda, tra le poche in zona ad aver subito forti danni dalla tempesta Vaia di fine ottobre 2018, sembrano non dover finire mai. Dopo il disagio di aver dovuto vivere quasi un anno fuori casa, le difficoltà a reperire prestiti per effettuare i lavori, adesso si ritrova ancora a lottare per ottenere quel ristoro previsto dalla Regione Veneto per tutti i danneggiati dalla tempesta.

Un ristoro che copre l'80 per cento del danno che per la Teza ammonta a 70mila euro. La misura, più volte annunciata come «cosa fatta», in realtà per la Teza è ancora un miraggio. E la sua battaglia per diventare «visibile» continua, mentre corre da un ufficio all'altro per capire cosa fare. «Finora, dalla Regione Veneto, ho ricevuto solo i 5mila euro di acconto, oltre a qualcosa da parte del Fondo Welfare della Provincia di Belluno - spiega la Teza -. Mi avevano detto che entro la fine di febbraio sarebbero arrivati, ma febbraio è passato e ancora nessuno sa dirmi nulla. Non vorrei che il corona virus fosse un altro motivo per rinviare. Io sinceramente non so più cosa fare, perché se finora ho cercato di racimolare i soldi per sistemare al meglio, ma non del tutto, la mia casa, adesso è venuto anche il tempo non solo di restituire quei soldi ma anche di pagare chi ha fatto i lavori».

Il riferimento per avere informazioni è la Ragioneria del Comune di Longarone, dove, nell'ultimo pellegrinaggio di un mese fa, le era stato detto che la fine di febbraio sarebbe stata la volta buona. «Mando sempre mail alla Regione Veneto - prosegue la donna -, ma non ricevo mai risposta.
Anche mia sorella sta ancora aspettando 10mila euro e come me finora non li ha visti. Non vorrei che il corona virus, che ritengo essere un'influenza, stesse rallentando ancora di più la procedura. Tra l'altro il prossimo autunno finirà lo stato di emergenze e non vorrei che scadessero anche i miei diritti». Nella casa dove viveva con la figlia e il nipotino, la Teza ha fatto ritorno a luglio dopo aver sistemato le parti più importanti come ad esempio la copertura che era stata divelta. Ci vive con il figlio, mentre la figlia e il nipote sono andati ad abitare a Belluno in quanto la casa di La Muda non è ancora adatta ad un bambino piccolo. L'interno della casa era stato infatti devastato da acqua e fango, rovinando tutto il mobilio e rendendo umide le pareti. «Dai cittadini ho avuto invece molta solidarietà - prosegue la Teza -, mi sono state donate molte cose, come la cameretta per il bambino, un tavolo con le sedie e altri mobili, insomma davvero una generosità che mi ha commosso». La Teza ha cercato più volte di richiamare l'attenzione, anche con annunci eclatanti come quello di vendere un rene, ma a quanto pare è ancora costretta ad alzare la voce e non è detto che stavolta faccia un trillo alle Iene.
Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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