Val Canzoi. In zona non funzionano né il telefono né internet: si incatena davanti al municipio e avvia lo sciopero della fame

Domenica 12 Maggio 2024 di Eleonora Scarton
Val Canzoi. In zona non funzionano né il telefono né internet: si incatena davanti al municipio e avvia lo sciopero della fame

CESIOMAGGIORE (BELLUNO) - Si incatena davanti al municipio di Cesiomaggiore e avvia uno sciopero della fame: «la mia famiglia vive in Val Canzoi e da settimane non solo non funziona internet ma soprattutto non funziona la linea telefonica. Mi trovo ad andare al lavoro con la preoccupazione che accada qualcosa e loro non possano chiedere aiuto. Dopo settimane ho detto basta. Il mio ruolo di capofamiglia è quello di difendere e garantire la sicurezza della mia famiglia». Ezio Milanese è residente della Val Canzoi ormai da diversi anni.

Per scelta ha deciso di stabilirsi lì e di far crescere i propri figli in un ambiente sano e incontaminato. Purtroppo, però questa scelta si sta scontrando con i disservizi, ed in particolare con quello della telefonia in quanto ormai da qualche tempo le linee non funzionano.

LA STORIA 

Ezio vive in Val Canzoi, con la moglie e tre bimbe piccole di 4, 8 e 10 anni. Una scelta di vita, certo, quella fatta da questa famiglia, però fino a qualche tempo fa sia il telefono che internet funzionavano abbastanza bene. Ora però, da settimane, internet ma soprattutto il telefono non funzionano più. «Mi trovo tutti i giorni ad andare al lavoro con il pensiero di quello che può accadere a casa – racconta l’uomo -. Non funzionando le linee telefoniche, infatti, se dovesse accadere qualcosa mia moglie non saprebbe come chiedere aiuto. Una situazione che non posso più accettare». L’uomo ha più volte provato a chiedere a Tim qual era la situazione «ma nessuno risponde». Un operatore telefonico che Ezio ha scelto quattro anni fa in quanto l’unico che, anche se dovesse mancare la corrente, come spesso accade, continua a funzionare perché la linea elettrica è autoalimentata. Una scelta fatta quindi per garantire la sicurezza. «A volte prende in un angolo della terrazza, ma se una delle bambine dovesse farsi male cosa fai? Tenti la fortuna nell’angolo del balcone alla ricerca di un barlume di civiltà? Non può essere una cosa di questo tipo nel 2024” afferma Ezio che esasperato evidenzia come noi cittadini siamo il nulla di fronte a questi colossi.

LA BATTAGLIA 

L’iniziativa è sicuramente forte e d’impatto, ma pacifica. «Sono qui in piazza a Cesiomaggiore in modo assolutamente pacifico per raccontare la mia storia, sperando che qualcuno mi ascolti – prosegue Ezio -. Ma sono pronto, sabato, ad andare a Venezia davanti al palazzo della regione del Veneto per ribadire ancora una volta le mie richieste». Nel frattempo continuerà lo sciopero della fame. Questo fino a quando non riuscirà in qualche modo a risolvere la situazione che, è bene sottolinearlo, non riguarda solo lui ma anche altri residenti della valle. 

BATTAGLIA GIUSTA 

Il sindaco di Cesiomaggiore, Carlo Zanella, si è avvicinato ieri mattina ad Ezio, esprimendogli tutta la sua solidarietà. «Esprimo solidarietà al signor Ezio, che ha deciso di condurre questa battaglia a difesa, in primis, della sua famiglia». Zanella incalza sottolineando che «Registriamo come vi sia una trascuratezza e forse un disinteresse per quello che è il raggiungimento di un livello di sufficienza per quanto riguarda i servizi tecnologici nelle aree più disagiate del territorio. In questo caso lo vediamo con la telefonia, ma lo vediamo anche per quanto riguarda l’implementazione della fibra ottica. Ci riteniamo tanto uno stato all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, però in realtà, allo stato attuale delle cose, nel nostro territorio ci sono aree scoperte e che so per certo non sono neppure contemplate nel progetto della banda ultra larga. Questo è inaccettabile». Il primo cittadino poi mette l’accento sul tema dello spopolamento, tanto dibattuto in quest’epoca. «Continuiamo tutti a riempirci la bocca del fatto che bisogna far vivere i territori disagiati e la montagna nel nostro caso, invece non diamo la possibilità alle famiglie che decidono di vivere in un ambiente sano e naturale di poterlo fare in sicurezza».

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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