«Cantiamo Bella ciao», ma la banda non suona: imbarazzo alla cerimonia

Venerdì 26 Aprile 2024 di Diego Degan
«Cantiamo Bella ciao», ma la banda non suona: imbarazzo alla cerimonia

CHIOGGIA - «A nome dell’amministrazione comunale, invito tutti a cantare “Bello Ciao” e anche la banda cittadina a unirsi al coro». Quando la neo assessore Maria Rosa Boscolo Chio ha espresso il suo invito, sembrava che il clima di conflittualità che, da tre anni, aleggia sulle celebrazioni del 25 aprile, potesse essere superato. Invece la banda è rimasta immobile, senza suonare e senza cantare e pure gli altri partecipanti alla cerimonia, nella piazza dedicata ai martiri della Resistenza Baldin e Manovan, sono rimasti un po’ imbarazzati
Eppure poteva essere l’occasione per riaffermare la condivisione dei valori di libertà, democrazia e pace tra le nazioni che tutti gli oratori (la vicepresidente dell’Anpi Mariaelisa Boscolo, il presidente del consiglio comunale Beniamino Boscolo, la vice sindaco dei ragazzi Silvia Pagan, il sindaco Mauro Armelao) avevano indicato come principi indispensabili al vivere civile. 
In particolare Armelao aveva spiegato che la scelta di celebrare il 25 aprile a Sant’Anna e Cavanella non era stata il frutto di una volontà di ridimensionare ma, al contrario di rendere il massimo onore alle vittime (Mariano Baldin, Ortensia Boscarato, loro figlio Ennio e Narciso Mantovan) uccisi dai nazisti a Cavanella, ma originari di Sant’Anna e dei cui eccidio ricorre, quest’anno, l’ottantesimo anniversario. Un modo, anche, per valorizzare le frazioni che non vanno considerate “periferia”, «come sono state definite dall’Anpi». Una spiegazione con una punta di rimprovero ma che poteva chiudere la questione, anche a fronte della promessa del sindaco di recarsi, il prossimo 5 luglio, data dell’eccidio, a deporre fiori sul cippo di Cavanella, restaurato dal Comune un paio d’anni fa. Ma c’erano anche i precedenti, ricordati da Barbara Penzo (consigliera Pd) al presidio dell’Anpi che si era svolto in corso del Popolo, un paio d’ore prima, in cui era stato ricordato sia il complicato andirivieni del corteo che, nel 2022, aveva penalizzato la partecipazione, sia il divieto di suonare “Bella Ciao”, nel 2023, ad opera del sindaco. 
L’invito dell’assessore Chio, quindi, poteva essere la simbolica fine di una polemica e il simbolico inizio di un rapporto più sereno tra persone e istituzioni che condividessero determinati principi. L’immobilità e il silenzio della banda cittadina, invece, hanno dimostrato che il divieto dell’anno scorso è ancora vigente e che l’assessore non rappresenta, almeno nella percezione dei suonatori, “l’amministrazione comunale” (peraltro di centro destra).

In compenso, come spesso accade, la banda cittadina ha suonato, nel corso della cerimonia, altre canzoni (La Canzone del Piave, e Ragazze di Trieste), considerate più “patriottiche” che, però, nulla hanno a che fare con lo spirito della Resistenza e della Liberazione.

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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