PORDENONE - L’ombra di una spedizione punitiva in piena regola, oppure di un regolamento di conti pianificato, sulla maxi-rissa che mercoledì pomeriggio ha rotto la tranquillità di viale Dante, mettendo a rischio automobilisti, negozianti e passanti.
I TIMORI
C’è una bella differenza, tra una maxi-rissa nata per caso e un pestaggio organizzato. Lì passa il confine tra un episodio isolato e qualcosa di più preoccupante, che ricorda sinistramente quanto accaduto l’anno scorso a Prata di Pordenone, con due bande di cittadini indiani che avevano gettato nel panico un intero abitato. «È un episodio - ha detto il primo cittadino di Pordenone - che non si deve assolutamente più ripetere in città. E da quanto abbiamo raccolto nelle prime ore dopo i fatti sembrerebbe che almeno uno dei gruppi sia arrivato da fuori città in treno per regolare i conti con un’altra banda della stessa nazionalità oppure di una provenienza diversa». Ipotesi, questa, su cui si sta lavorando. Le indagini in questo caso sono condotte dalla Questura, intervenuta sul posto dopo le chiamate dei negozianti e degli automobilisti impauriti. E la possibilità che si sia trattato di un vero e proprio regolamento di conti organizzato è stata ventilata anche dall’assessore comunale alla Sicurezza, Elena Ceolin.
IL MESSAGGIO
Alessandro Ciriani poi va oltre: «Dobbiamo far capire a questi ragazzi di prima o seconda generazione - ha aggiunto a Il 13 - che qui si viene per lavorare e rispettare le regole, contribuendo alla crescita economica e sociale del Paese. Non si resta per aumentare il tasso di criminalità e di degrado. Pordenone vuole mantenere integro il risultato che la vede in testa alle classifiche della sicurezza».
La maxi-rissa in viale Dante, con due gruppi a confrontarsi tra sassaiole e bastoni agitati e lanciati per fare male agli “avversari”, ha rappresentato la goccia in grado di far traboccare il vaso. E la decisione presa in Prefettura vedrà ancora una volta al centro il lavoro - già frenetico - della polizia locale guidata dal comandante Maurizio Zorzetto. Il diktat del prefetto, infatti, è quello di creare un “cordone” per proteggere il centro storico e individuare sul nascere situazioni di tensione in grado di trasformarsi - com’è successo mercoledì - in vere e proprie esplosioni di violenza. «È stata varata - aveva spiegato l’assessore Elena Ceolin dopo l’incontro che si è tenuto in Prefettura - una strategia condivisa per il potenziamento della sicurezza, soprattutto per quanto riguarda il centro storico. E in prima fila, in questa operazione, ci sarà la polizia locale». Non mancherà ovviamente l’apporto determinante delle altre forze dell’ordine. È la Questura guidata da Giuseppe Solimene, ad esempio, ad essere intervenuta dopo l’episodio di violenza di viale Dante. Ma in questo specifico protocollo - dal sapore di stretta - deciso ieri in Prefettura sarà la polizia locale a doversi sobbarcare una buona parte del lavoro.