Lo stallo sui campi di battaglia e gli scarsi esiti della controffensiva ucraina con un numero crescente di morti al fronte, i segnali dell'avanzata russa e l’assenza di una prospettiva reale di riconquistare le regioni occupate hanno causato a Kiev il problema (enorme) del reclutamento di nuovi soldati da mandare a combattere.
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A Odessa, la situazione è abbastanza buona nonostante i bombardamenti in corso e il sistema di difesa pare essere intatto. Tuttavia, quando il vescovo pensa alla città di Kherson, non manca di fare presente che tutto è distrutto, le case, i palazzi, gli ospedali, le scuole. «Questo è un vero genocidio».
GOVERNO
In Ucraina il governo ha promosso una campagna territoriale per reclutare nuovi soldati creando ili Tcc, acronimo che sta per centro di reclutamento territoriale, una sorta di buttadentro dell’esercito formato da ex soldati che hanno un compito di spedire uomini al fronte a volte senza andare troppo per il sottile.
Nel frattempo sono stati sospesi i servizi consolari, una misura destinata a colpire le centinaia di migliaia di cittadini in età di servizio militare, per un totale di 860mila maschi adulti che si trovano attualmente nei soli paesi Ue, secondo Eurostat, a gennaio di quest'anno. La sospensione resterà in vigore fino al 18 maggio, quando sarà effettiva la legge sulla mobilitazione: questa prevede l'obbligo per tutti gli uomini in età militare di presentarsi agli uffici di leva per aggiornare i loro documenti militari, a distanza o di persona, entro 60 giorni.
Gli uomini adulti all'estero avranno bisogno di quei documenti per ricevere servizi consolari, ossia per ottenere qualunque assistenza richiesta, dal rinnovo dei documenti di identità al certificato di matrimonio. L'Ucraina ha imposto la legge marziale all'inizio della guerra vietando agli uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni di viaggiare all'estero senza una dispensa speciale e avviando una mobilitazione a rotazione di uomini civili nelle forze armate. La decisione di sospendere i servizi consolari è stata accompagnata da una dura presa di posizione del ministro degli Esteri Kuleba: «La tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini ucraini all'estero è sempre stata e rimane una priorità per il ministero. Allo stesso tempo, date le circostanze dell’aggressione su vasta scala da parte della Russia, la priorità principale è proteggere la nostra Patria dalla distruzione».