Porto Tolle. Cozze, la raccolta è in ritardo. Il Consorzio: «Serve un piano di interventi, a rischio l'eccellenza»

I produttori lamentano problemi di vivificazione e questo comporta dei ritardi nella produzione

Lunedì 12 Giugno 2023 di Anna Nani
La produzione delle cozze è in ritardo

PORTO TOLLE (ROVIGO) - È appena iniziata la commercializzazione della Cozza Dop, ma non tutto va come dovrebbe. Paolo Mancin, presidente del Consorzio di tutela, chiede attenzione per le lagune del Delta del Po. Interesse che dovrebbe tradursi in un piano di interventi di vivificazione puntuali e non a spot che si rivelano spesso solo palliativi. «L'assenza di lavori rischia di mettere in pericolo l'esistenza di un prodotto come la Dop, che in questi anni si è affermata sempre di più nel mercato - avverte Mancin - Una questione che interessa anche le ostriche rosa e la vongola verace, basti pensare che la scorsa settimana abbiamo dovuto chiamare una macchina per la raccolta delle alghe perché si era creata una grande chiazza che stava compromettendo la zona di ingrasso delle vongole a San Giulia, c'era rischio di moria se non si fosse intervenuti in tempo».

Produzione in ritardo

Per quanto riguarda la Cozza Dop i problemi di vivificazione si traducono in ritardi in termini di produttività: «Siamo in ritardo di un mese e mezzo rispetto all'anno scorso, ciò comporta una restrizione della forbice di vendita - evidenzia il presidente del Consorzio di tutela, nonché della Delta Padano, la coop di pescatori più antica di Porto Tolle - Considerato che il termine ultimo per la raccolta è la prima settimana di luglio, va da sé che se iniziassimo ad aprile avremmo più tempo a disposizione per venderla, ma se dobbiamo iniziare a fine maggio, abbiamo un arco più ristretto per poterle piazzare sul mercato, col rischio di perdere la produzione e aver lavorato per nulla». Mancin ricorda come, dopo una serie di solleciti, la passata stagione fosse stato avviato un lavoro in un canale, ma per il pescatore si tratta sempre di poca roba rispetto alle necessità che avrebbero gli specchi del Delta e chi vi lavora. «La Regione dovrebbe mettere un budget annuale, non vogliamo assistenzialismo ma interventi che ci permettano di poter operare serenamente - puntualizza il presidente - Dovrebbero prendere a cuore questa zona che ha delle eccellenze riconosciute non solo in Italia, ma nel mondo, dove lo sviluppo di turismo e produzioni doc sta andando di pari passo. Mettiamo un commissario che abbia la libertà di decidere attivando velocemente le azioni necessarie, perché non possiamo aspettare i tempi della burocrazia.

Se vengono dati sei mesi per fare un intervento, ma viene fatto all'ultimo, va da se che in un ambiente come il nostro in cui le condizioni cambiano si rischia di ricominciare ogni volta».

Il caso delle boe

C'è un altro problema che preoccupa il comparto: «Nelle lagune del Delta (Barbamarco, Canarin, Sacca di Scardovari ma anche Caleri e Marinetta) erano state posizionate 9 boe per la raccolta di dati su ossigeno, temperatura, clorofilla. Ebbene, da settembre 2022 questi strumenti sono stati raccolti da Arpav, che è l'ente di riferimento, e non sono più stati installati. Così non abbiamo più a disposizione elementi che ci servivano a capire ad esempio se vi fosse stata una zona critica e se bisognava andare a spostare il prodotto prima di una moria. Secondo alcune informazioni dovrebbero essere riposizionate il 30 giugno, ma non abbiamo certezza neanche di questo». 

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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