Europee, Salvini si arrende alla linea del Veneto: è Paolo Borchia il capolista Lega a Nordest, Vannacci scivola in coda

Martedì 30 Aprile 2024 di Alda Vanzan
Nella foto il segretario della Lega Alberto Stefani e il responsabile organizzativo Giuseppe Paolin

VENEZIA - È Paolo Borchia il capolista della Lega alle elezioni Europee nella circoscrizione Nordest. Matteo Salvini si è arreso alle proteste del partito del Veneto, ma anche del Friuli e pure della Lombardia: a queste latitudini il generale Roberto Vannacci come capolista non era gradito, per niente territoriale, lontano anni luce dai propositi di autonomia, troppe "estreme" le sue prese di posizione. A Nordest l'alternativa era tra la sindacalista di Monfalcone Anna Maria Cisint (sostenuta dal governatore Massimiliano Fedriga) e Paolo Borchia (amico del presidente della Camera Lorenzo Fontana, di cui è stato assistente parlamentare ai tempi di Bruxelles). È finita con Vannacci sì candidato, ma al penultimo posto di una lista che solo dalla metà in poi ha seguito l'ordine alfabetico, mentre nella circoscrizione Nordovest è proprio ultimo.
«Una lista che tiene conto della rappresentanza del territorio, il capolista è un veneto», ha detto il segretario della Lega Alberto Stefani, che ieri sera, con il responsabile organizzativo Giuseppe Paolin ha depositato le candidature in Corte d'Appello a Venezia. «Vannacci? Una candidatura indipendente», si è limitato a dire. Per depositare la lista si è atteso il via libera del consiglio federale, che da statuto deve esprimersi in merito ("Sentito il parere dei segretari e dei direttivi regionali" - e in Veneto più di qualcuno ha storto il naso perché qui l'organismo ristretto non è neanche stato convocato), poi è stato un sollievo generalizzato. «Una scelta giusta, credo che le prese di posizione mie e di altri colleghi nelle ultime settimane abbiano aiutato», ha commentato l'assessore Roberto Marcato.


IL DEPOSITO
In tutto ieri, dalle 8 alle 20, sono state presentate 12 liste.

Alle sette e un quarto del mattino i signori della Libertà erano già in coda: è la lista che mette insieme l'intero universo del dissenso, i no Draghi e i no von der Leyen, i trattori, i portuali della protesta, i no vax, con 19 movimenti aderenti, dal Grande Nord a Sud chiama Nord. In lista anche il veronese ex leghista Vito Comencini e Sara Cunial, la parlamentare espulsa dal M5s per le sue posizioni antiscientifiche (le vaccinazioni? «Un genocidio gratuito»). Alle 8 e un quarto, a suonare al campanello di Palazzo Corner Contarini dei Cavalli, è stato Ulrich Mayer, con la sua mini-lista, solo 6 candidati per la Sudtiroler Volspartei, capolista l'inossidabile Herbert Dorfmann. Anche stavolta l'Svp ha stretto un patto con Forza Italia, i sondaggi danno per certo un eletto (e in virtù delle norme che tutelano le minoranze dovrebbe toccare agli alto-atesini) e se scatterà il secondo seggio se lo giocheranno gli azzurri dopo Antonio Tajani tra Sandra Savino, Flavio Tosi e Matteo Gazzini. A dare lavoro alla commissione elettorale è stata la lista eurocritica che ha messo assieme il Partito Animalista Italiano e il movimento Italexit per l'Italia: sostengono di essere esentati dalla presentazione delle firme, hanno depositato una memoria di 24 pagine.


LE ALTRE LISTE
Poco dopo le 14 Michele Zuin ha presentato la lista di Forza Italia, Enrico Cappelletti quella del Movimento 5 Stelle. Subito dopo Azione - Siamo Europei, capolista Carlo Calenda, in corsa anche il segretario veneto Carlo Pasqualetto e l'ex segretario socialista Riccardo Mortandello. Per Alleanza Verdi Sinistra confermata capolista la vicentina, in dolce attesa, Cristina Guarda. Alle 17 è stata la volta del Pd: Stefano Bonaccini capolista, tra i veneti anche il ventinovenne veneziano Lorenzo Gennari. Appena cinque candidati, capolista il bolognese Giuseppe Frisina, per l'Uci, l'Unione Cattolica Italiana. A rischio Antonello De Pierro con la sua lista Italia dei Diritti: gli mancano 2mila firme. Non ha problemi di sottoscrizioni - 21.026 quelle portate con vari scatoloni - PaceTerraDignità, "la lista di Santoro", com'è stata soprannominata, anche se Gianluca Schiavon subito corregge: «E' la lista pacifista, non personalizziamo».
Oggi ultima giornata di deposito, si aspettano Fratelli d'Italia e Renzi.



 

Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 14:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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