Il presidente dell'Ana provinciale: «Alpini a Vicenza, un'edizione da record. E in tre anni abbiamo aumentato i tesserati»

Lunedì 13 Maggio 2024 di Iris Rocca
Carlo Casellato (al centro) con i vertici Ana

PADOVA - È entusiasta della 95esima adunata degli alpini a Vicenza, quanto del lavoro di tutti i gruppi della sua provincia, il presidente della sezione Ana (Associazione nazionale alpini) di Padova, Carlo Casellato.
 

Che adunata è stata?
«Una manifestazione felice sotto tutti i punti di vista. È stata estremamente più numerosa del solito fin dal venerdì sera, quando comunemente una tale quantità di presenze la vedevamo solo all’apice, la domenica. Questa volta, complice il fatto che Vicenza sia al centro di un territorio ricco di alpini e che sia tra le sezioni più grandi a livello nazionale, ha catalizzato ancor più partecipanti».
 

Anche il numero degli alpini di Padova è più consistente del solito...
«Sì.

Tantissimi gruppi della nostra sezione partecipano all’intero fine settimana, ossia sono arrivati al venerdì, anche montando tende e cucine da campo nei paesi limitrofi. Sono rarissime le eccezioni, come quella di Cittadella che ha fatto la festa direttamente nel proprio centro cittadino con fanfare e cori tutto il sabato. Della nostra sezione di Padova partecipiamo con 41 gruppi e, appunto, erano già 35 quelli che hanno raggiunto Vicenza il venerdì».

Il clou dell’adunata è la sfilata. Anche qui la nostra provincia si è superata?
«Abbiamo contato circa mille alpini di Padova e provincia, quando di solito ne raggiungiamo 800. Per noi questa è davvero l’adunata dei record anche in termini di tesseramenti, visto che dai 2.900 padovani di tre anni fa ora abbiamo raggiunto i 3.050».
 

A chi va il merito di questo successo?
«Per quel che riguarda la nostra provincia non posso che ringraziare di cuore i bravissimi capigruppo che raccolgono gli alpini e che sensibilizzano quelli che ancora non fanno parte della sezione. Sicuramente per quel che riguarda il nostro territorio dopo l’adunata di Padova del 1998 questa è quella che più le si avvicina nella reattività dei nostri concittadini».
 

Cosa significa al giorno d’oggi essere alpino?
«Alpino vuol dire aiutare, prima di tutto. I nostri gruppi svolgono le loro attività di volontariato in fortissima collaborazione con le amministrazioni locali, oltre a far parte della Protezione civile, dove solo a Padova contiamo 120 volontari. Gli alpini si mettono a disposizione nelle piccole emergenze, come accaduto per gli ultimi eventi meteorologici nei nostri paesi, quanto in quelle grandi, che spesso li hanno visti impegnati fuori regione tra terremoti e alluvioni».
 

Anche nel garantire la sicurezza, le penne nere non mancano mai...
«La settimana scorsa eravamo in moltissimi alla manifestazione padovana dei centenari che hanno conquistato il record mondiale, ad esempio. Ma la reale collaborazione la vediamo nel quotidiano nei nostri paesi, a ogni evento di piazza. Per non parlare della cooperazione con ospedali o centri sanitari in periodo di vaccinazioni o altre attività legate agli anziani o alle persone più deboli. Gli alpini sanno aiutare gli altri e farsi voler bene».
 

Infatti le loro adunate sono una festa per tutte le generazioni...
«Sì, sono tanti i giovani che partecipano. Noi li invitiamo sempre a non scambiare l’adunata per una sorta di Oktoberfest, ma di capire che è un’occasione di festa sì, ma per imparare a condividere i nostri principi e valori».
 

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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