Caso di pertosse alle scuole medie, l’Ulss avverte le famiglie di tutti gli studenti

Venerdì 17 Maggio 2024 di Eleonora Scarton
Scuola media Rocca di Feltre

FELTRE - Un caso di pertosse all’interno della scuola media Rocca di Feltre, parte l’informativa del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti.

L’obiettivo è informare su questa malattia batterica, sicuramente fastidiosa per la tosse persistente, ma che risulta pericolosa solo nei bambini fino ad un anno di vita o per coloro che non sono vaccinati.


LA MALATTIA 
La pertosse è una malattia batterica acuta delle alte vie respiratorie, che in fase iniziale è di modesta entità, per evolvere poi nei caratteristici accessi di tosse convulsiva, spesso associati ad un tipico urlo inspiratorio a volte seguiti da vomito. Tale malattia era finita nel dimenticatoio di molte famiglie ma negli ultimi mesi si è registrato un aumento della casistica a livello europeo. Due le motivazioni principali. In primis il periodo Covid il quale ha imposto l’uso della mascherina, il lavaggio mani, il distanziamento sociale che ha inciso anche sulla trasmissione della pertosse; nel post Covid, con il venir meno di tutte queste precauzioni, la pertosse come altre malattie respiratorie tornano a farsi vedere. In secondo luogo c’è un livello di attenzione più alto da parte dei sanitari in quanto il Covid ha portato ad avere un’attenzione maggiore su quelle che sono le malattie respiratorie. 

I DATI 
In questo contesto di aumento della casistica generale, in Ulss Dolomiti da inizio anno si sono registrati 22 casi di pertosse segnalati formalmente, di cui dieci confermati in laboratorio. Tra questi, ovviamente, vi è anche quello dello studente della scuola media Rocca. «Si tratta verosimilmente di una casistica sottostima – afferma il direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti Sandro Cinquetti -, in quanto alcuni casi di tosse “lunga” sono forse pertosse, ma il soggetto che ne è colpito non si reca dal medico. Attende che passi e basta». 

IL CONTESTO 
Cinquetti prosegue spiegando che «quando un caso si inserisce all’interno del contesto scolastico, quindi in età pediatrica, noi abbiamo una procedura che prevede l’invio alla scuola di una nota contenente alcune considerazioni generali ed alcuni provvedimenti preventivi». Parliamo di cose davvero semplici e banali, come arieggiare i locali e lavare e disinfettare eventuali piccoli giochi. Nulla di radicale, impattante o impegnativo quindi per la scuola. «Non vi è quindi da preoccuparsi – prosegue Cinquetti -, ma come azienda ospedaliera cogliamo l’occasione dell’evento per informare una comunità sulla malattia e su quali attenzioni porre». 

LE VACCINAZIONI 
Il controllo della pertosse ha come finalità quella di evitare la casistica nel primo anno di vita, perché in questo frangente ed in particolare nei primi mesi, può essere mortale. «La vaccinazione della pertosse, che viene eseguita nel primo anno di vita, ha un tasso di adesione che supera il 95% nella nostra provincia – spiega Cinquetti -. Ma proprio perché sono i primi mesi di vita quelli più delicati, viene consigliata anche la vaccinazione prenatale alla mamma. I reparti di ginecologia offrono alla mamma in gravidanza la possibilità di vaccinarsi; gli anticorpi vengono così passati al feto attraverso la placenta e successivamente al bambino con il latte. Il bambino risulta così coperto nei primi mesi di vita, in attesa di eseguire il ciclo vaccinale che viene appunto fatto nel primo anno di vita». Il ciclo vaccinale non si estingue nel primo anno, ma vengono fatti ulteriori richiami a 5 e 14 anni e richiami successivi in occasione dei richiami antitetanici. 
 

Ultimo aggiornamento: 07:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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